I Colli Euganei sono ora Riserva Mondiale della Biosfera Unesco

Un nuovo riconoscimento all'Italia sui Colli Euganei: la viticoltura in primo piano come protagonista nella salvaguardia della biodiversità
colli euganei

I Colli Euganei sono ora una Riserva Mondiale della Biosfera Unesco. Un nuovo importante riconoscimento per l’Italia, che ha dimostrato come la viticoltura possa avere un ruolo chiave nel preservare e valorizzare la natura e la biodiversità, se portata avanti con attenzione, rispetto e un impegno consapevole proiettato nel futuro.

A sancirlo ufficialmente è stato il Comitato Coordinatore del Programma Man and the Biosphere (MAB) dell’UNESCO, nel corso della 36esima sessione che si è tenuta nei giorni scorsi ad Agadir, in Marocco, con la designazione di 11 nuove Riserve della Biosfera in 11 Paesi ( tra cui, per la prima volta, Belgio e Gambia) e due riserve transfrontaliere. Con queste nuove riserve, che coprono una superficie totale di 37.400 km², equivalente alle dimensioni dei Paesi Bassi, la Rete Mondiale della Biosfera ora conta 759 siti in 136 Paesi del mondo.

Per quanto riguarda l’Italia, oltre alla Riserva transfrontaliera delle Alpi Giulie (derivata dalla fusione delle due riserve create rispettivamente nel 2019 e nel 2003) i Colli Euganei, a poca distanza da Padova, rappresentano una importante novità, con la loro affascinante storia geologica. Le colline si sono formate milioni di anni fa, grazie all’ attività dei numerosi vulcani attivi in zona. Quando si spensero, le cime più alte emersero, creando un gruppo di isolotti rocciosi nel “mare padano”. L’erosione nel corso dei secoli ha modellato il paesaggio, rimuovendo le rocce più morbide e lasciando visibili le dure rocce vulcaniche, coniche e ripide. Nel corso dei secoli, il clima, la vegetazione e l’attività umana hanno ulteriormente modificato l’ambiente, creando un territorio molto prezioso per la biodiversità, tutelato anche dal Parco regionale dei Colli Euganei che, istituito nel 1989, divenne il primo parco regionale del Veneto.

Oltre trenta vitigni diversi in un unico territorio

I Colli Euganei occupano un’area di un centinaio di chilometri quadrati con una superficie totale del Parco di 18.684 ettari. Il Monte Venda, con i suoi 601 metri di altezza, troneggia sulle oltre cento colline che formano il complesso Euganeo. E il vino rappresenta un elemento fondamentale del paesaggio. L’area di produzione della Doc Colli Euganei coincide con quella del Parco, ed è divisa a livello amministrativo in 15 comuni, ricchi di storia e tradizione.

«L’inserimento dei Colli Euganei nella Lista delle Riserve Mondiali della Biodiversità Unesco – commenta il presidente del Consorzio Tutela Colli Euganei Gianluca Carraro – è un’opportunità straordinaria per il nostro territorio e per il nostro vino. Abbiamo sostenuto sin dall’inizio la candidatura, della quale ci sentiamo parte attiva. La nostra viticoltura è espressione di biodiversità: qui si coltivano oltre 30 vitigni diversi». Una infinita varietà, che passa anche per l’attenzione all’ambiente, con il doveroso rispetto dei vincoli paesaggistici, ma anche dall’utilizzo di tecniche di coltivazione a basso impatto grazie alle quali i preservano centinaia di forme di vita animali e vegetali. Dal punto di vista enologico, i vini dei Colli Euganei si esprimono in tre diverse denominazione: il Serprino, vulcanico e dai profumi primaverili, i Rossi dei Colli Euganei (a base Merlot, Cabernet Sauvignon e Carmenere) e poi il Moscato dei Colli Euganei, declinato in secco, spumante e passito. Conclude il presidente: «I nostri vigneti coprono una superficie del Parco ragguardevole, oltre 3000 ettari, e contribuiscono alla protezione e alla conservazione del territorio. Con il lavoro quotidiano, i produttori si impegnano nella gestione delle acque, dei boschi e del suolo, un ruolo fondamentale oggi alla luce dei cambiamenti climatici che, sempre più frequentemente, si manifestano in modo evidente».