Dai segnali micro alla visione macro

Dai segnali micro alla visione macro

Shannon L. Saccocia, CFA, Chief Investment Officer—Private Wealth

In un periodo di cambiamenti economici, diventa cruciale per gli investitori guardare alle variabili microeconomiche per comprendere il quadro macroeconomico complessivo. Per questo motivo, a nostro avviso, la stagione degli utili del secondo trimestre, che inizia questa settimana, potrebbe rivelarsi fondamentale per prevedere l'andamento futuro del mercato.

Ormai da diverso tempo, le principali banche centrali del mondo hanno dichiarato apertamente di basare le loro decisioni sui dati macroeconomici disponibili, di mese in mese. E se diamo credito alle recenti dichiarazioni del presidente della Federal Reserve degli Stati Uniti, Jerome Powell, che è intervenuto la scorsa settimana a Sintra durante il Forum sulle banche centrali organizzato dalla BCE, i dati più importanti su cui si basano le decisioni dei banchieri centrali sono quelli relativi al mercato del lavoro.

Siamo d'accordo sul fatto che l'andamento del mercato del lavoro influenzi l'economia nel suo complesso. Tuttavia, analizzare i dati degli ultimi uno, due o tre mesi potrebbe non essere molto utile per gli investitori che vogliono pianificare le loro prossime mosse. Questo perché, sebbene possa sembrare logico basarsi sui dati storici quando le forze economiche sono così particolari e i cicli economici stanno cambiando, è proprio in questi momenti che i dati possono risultare confusi e soggetti a grandi revisioni.

Allora, come dovrebbero comportarsi gli investitori?

In questi momenti di cambiamento del ciclo economico, riteniamo che le prospettive macroeconomiche generali che vanno a delinearsi debbano tener conto di fattori più specifici; in altre parole, bisogna guardare ai dati microeconomici per capire il contesto macroeconomico. Se tra tre mesi vedremo dei segnali di debolezza nel mercato del lavoro, sarà probabilmente perché le aziende hanno iniziato a registrare un calo della domanda tre mesi prima e stanno riducendo, oggi, la loro forza lavoro. Per questo motivo, riteniamo che la stagione degli utili, del secondo trimestre, sia una fonte preziosa di informazioni dalla quale attingere.

Scegli la tua storia, seleziona i tuoi dati

Per capire quanto sia complesso formulare un’opinione basata sui dati, diamo velocemente un'occhiata a come si sono mossi recentemente i numeri sul mercato del lavoro.

I dati sui salari non agricoli degli Stati Uniti per il mese di giugno, pubblicati lo scorso 5 luglio, hanno registrato 206.000 nuovi posti di lavoro. Questo valore è leggermente superiore alle previsioni, ma inferiore rispetto al mese precedente. Tuttavia, non solo questi dati, che sono diffusi dal Bureau of Labor Statistics statunitense, sono stati, di recente, insolitamente volatili, ma il quadro positivo che emerge è in netto contrasto con i risultati dell'indagine sulle famiglie pubblicata sempre dalla stessa agenzia governativa, che ha mostrato un aumento della disoccupazione. Pertanto, sulla basa di questi dati, nessuno sembra essere del tutto sicuro su quale sia la versione che più rispecchia la realtà.

Inoltre, le domande in essere per l’indennità di disoccupazione negli Stati Uniti sono aumentate più rapidamente del previsto, raggiungendo il livello più alto degli ultimi due anni e mezzo, mentre le nuove richieste di sussidi per la disoccupazione sono aumentate tra maggio e giugno. Complessivamente, il numero medio di richieste di sussidi per la disoccupazione, calcolato su un periodo di quattro settimane, ha raggiunto il massimo annuale.

Ciò nonostante, l'indice JOLTS (Job Openings and Labor Turnover Survey), che offre una valida panoramica dell’andamento del mercato del lavoro degli Stati Uniti, suggerisce che questo è ancora piuttosto solido, e quindi un quadro differente. Di fatto, secondo questo indicatore, la creazione di nuovi posti di lavoro e i tassi di assunzione sono aumentati inaspettatamente a maggio e anche il tasso di dimissioni è rimasto stabile. Pertanto, solo analizzando il tasso di licenziamenti nel settore privato, che è aumentato dello 0,1%, portandosi all’1,2%, si può scorgere qualche segnale leggermente preoccupante.

Anche gli indici dei direttori degli acquisti, i cosiddetti PMI, mostrano segnali contrastanti e confusi.

La scorsa settimana, gli indici PMI statunitensi, elaborati da S&P Global, hanno suggerito che sia l'attività manifatturiera che quella dei servizi hanno aumentato il loro tasso di crescita nel mese di giugno, con il settore dei servizi che si è dimostrato particolarmente forte e le aziende che hanno assunto nuovo personale. Dall’altra parte però, gli indici PMI elaborati dall'Institute for Supply Management (ISM) hanno evidenziato un quadro economico completamente diverso, in cui il settore manifatturiero è ulteriormente scivolato in contrazione, i servizi sono scesi, in modo preoccupante, da un territorio espansivo ad un livello di contrazione e, infine, l'occupazione sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi è diminuita.

In definitiva, potete formulare l’outlook macroeconomico utilizzando i dati che preferite. Qualsiasi storia vogliate raccontare, troverete sempre dei numeri apparentemente affidabili per supportarla.

Sotto la lente microeconomica

Tuttavia, pensiamo che sia giunto il momento di prestare molta più attenzione a quello che i dirigenti aziendali diranno nelle prossime otto settimane nel corso della stagione degli utili del secondo trimestre. Sarà fondamentale guardare oltre ai soliti dibattiti sugli utili che hanno superato le aspettative di mercato. Concentratevi invece su ciò che i principali attori di ogni settore diranno in merito alle previsioni sulla domanda e sulla forza lavoro per i prossimi 12 mesi.

Se la maggior parte delle aziende prevederà un aumento della domanda—cosa che noi non ci aspettiamo—potrebbe essere il momento di preoccuparsi per un ritorno dell’inflazione. Più probabilmente però, secondo noi, si profileranno scenari di un rallentamento significativo che richiederà tagli mirati della forza lavoro; oppure qualche intervento più graduale che permetterà alle aziende di ridurre la produzione mantenendo la maggior parte del personale—il tanto atteso “soft landing” (atterraggio morbido).

Per quanto riguarda il sentiment di mercato a breve termine, riteniamo che i messaggi che arriveranno dal settore dei Software saranno probabilmente i più rilevanti. L'attività legata all'intelligenza artificiale (IA) è destinata a calare? Non lo crediamo: le aziende che investono in questo settore dispongono di molta liquidità. Tuttavia, una spesa crescente per l'IA potrebbe cannibalizzare la domanda per altri software e tecnologie? Sicuramente, e questo aspetto sarà da monitorare con attenzione.

Nel settore industriale, invece, prevediamo una domanda positiva, poiché i management aziendali dovrebbero aver adattato i piani di investimento in attività di natura operativa (capex) a uno scenario più protezionistico, dove il re-shoring (ovvero il rimpatrio delle attività produttive o delle catene di approvvigionamento) e il near-shoring (ovvero la rilocalizzazione in Paesi vicini) diventeranno la norma. Nel settore finanziario, poi, le società hanno già iniziato a ridurre il personale; se i tassi dovessero diminuire e le attività di fusioni e acquisizioni (M&A) aumentare, potrebbero trovarsi in una posizione favorevole con operazioni più profittevoli e magari iniziare a riassumere.

A preoccuparci di più sono i settori orientati ai consumi, che potrebbero mostrare ulteriori segnali di deterioramento, specialmente per quanto riguarda la domanda di beni di grande valore che tendono a essere acquistati tramite debito.

Infine, sebbene il settore tecnologico attirerà sicuramente l'attenzione dei media, riteniamo che il quadro generale del sentiment negli altri settori ci fornirà un'indicazione più precisa sulla solidità complessiva dell'economia nei prossimi dodici mesi.

A Neuberger Berman, siamo consapevoli dei nostri punti di forza. Con i team di ricerca specializzati nell’azionario e nel credito e le nostre avanzate capacità di data science, crediamo fermamente nell'importanza dell'analisi microeconomica per formulare una visione macroeconomica. Tuttavia, in questa fase particolare del ciclo economico, e dopo tre anni particolari per l'economia, i mercati finanziari e la politica monetaria, riteniamo che solo un'analisi dettagliata possa offrire la chiarezza necessaria agli investitori per prendere decisioni di investimento ben informate.

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