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Webwaste

Il Web è obeso#section1

Nel 1994, c’erano 3000 siti web. Nel 2019, il loro numero era stimato a 1,7 miliardi, quasi un sito web ogni tre persone sul pianeta. Non solo il numero di siti web è esploso, addirittura il peso di ogni pagina è schizzato alle stelle. Tra il 2003 e il 2019, il peso della pagina web media è passato da 100 KB a quasi 4 MB. I risultati?

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“Nella nostra analisi di 5,2 milioni di pagine”, ha riportato Brian Dean per Backlinko nell’Ottobre 2019, “il tempo medio che occorre per caricare completamente una pagina web è 10,3 secondi su desktop e 27,3 secondi su mobile.” Nel 2013, Radware ha calcolato che il tempo di caricamento medio di una pagina web su mobile era di 4,3 secondi.

Uno studio dopo l’altro dimostra che le persone odiano totalmente le pagine web lente. Nel 2018, una ricerca di Google ha scoperto che il 53% dei visitatori di siti mobile ha abbandonato una pagina che ci metteva più di 3 secondi per caricarsi. Uno studio del 2015 di Radware ha scoperto che “un sito che si carica in 3 secondi vede il 22% in meno di page views, ha un bounce rate più alto del 50% e il 22% in meno di conversion rispetto a un sito che si carica in 1 secondo, mentre un sito che si carica in 5 secondi ha il 35% in meno di page views, un 105% di bounce rate più alto e il 38% in meno di conversion”.

Le cause della ciccia di una pagina web? Dobbiamo biasimare principalmente le immagini e i video. Entro il 2022, si stima che i video online rappresenteranno oltre l’82% di tutto il traffico Internet dei consumatori, 15 volte di più rispetto al 2017. Tuttavia, dal codice al contenuto, tutto ciò che riguarda il web design è diventato super-gonfio e super-inquinante. Considerate che se una tipica pagina web che pesa 4 MB viene scaricata 600.000 volte, sarà necessario piantare un albero per far fronte al conseguente inquinamento.

Dicono che un’immagine dipinga più di mille parole. Bene, 1.000 parole di testo occupano circa due pagine A4 (210 mm di larghezza e 297 mm di lunghezza) e pesano circa 6 KB. Su due pagine A4 ci stanno circa quattro immagini di 9 cm x 16 cm. Supponiamo che queste immagini siano ben ottimizzate e pesino 40 KB ciascuna. (Un’immagine scarsamente ottimizzata potrebbe pesare diversi megabyte.) Anche con un’ottimizzazione così elevata, due pagine A4 di immagini pesano circa 160 KB. Sono 27 volte più delle due pagine A4 di testo. Un video di 30 secondi, d’altro canto, potrebbe facilmente pesare 3 MB. I video creano molto più inquinamento del testo. Il testo è la tecnica di compressione definitiva. È di gran lunga il modo più ecologico di comunicare. Se vuoi salvare il pianeta, usa più testo. Pensa al peso digitale.

Dal punto di vista energetico, non si tratta semplicemente del peso della pagina. Alcune pagine potrebbero richiedere molto tempo dopo il download. Altre pagine, in particolare quelle ad-driven, verranno scaricate assieme a molti siti Web di terze parti, inviando loro dei contenuti o richiedendo loro dei dati, spesso dati personali sul visitatore del sito. È una specie di cavallo di Troia. Pensate di essere voi ad accedere a un sito Web o a un’app, invece sono tutte queste terze parti che iniziano ad accedere a voi. Secondo Trent Walton, i primi 50 siti Web più visitati avevano attaccati ad essi una media di 22 siti Web di terze parti. Il New York Times ne aveva 64, mentre il Washington Post ne aveva 63. Tutti questi siti Web di terze parti creano inquinamento e invadono la privacy.

C’è un enorme quantità di contenuti obsoleti sui siti web. Ho lavorato con centinaia di siti web in cui ho dovuto cancellare il 90% delle pagine per cominciare a vedere dei miglioramenti. Il codice scritto male e datato è un altro enorme problema. Pulendo il suo codice JavaScript, Wikipedia ha stimato di aver risparmiato 4.3 terabytes al giorno di banda dati per i suoi visitatori. Risparmiando quei terabyte, ci siamo risparmiati di piantare quasi 700 alberi per gestire l’inquinamento annuale che avrebbero causato.

Se volete contribuire a salvare il pianeta, riducete il peso digitale. Pulite il vostro sito web. Prima di aggiungere un’immagine, assicuratevi che faccia qualcosa di utile e che abbia la miglior ottimizzazione possibile. Ogni volta che aggiungete del codice, assicuratevi che faccia qualcosa e che sia il più lean possibile. State sempre attenti alle immagini spazzatura, al codice spazzatura, ai contenuti spazzatura. Prendete l’abitudine di rimuovere qualcosa ogni volta che aggiungete qualcosa.

Pubblicare dà dipendenza. Dare un sito web a un’organizzazione è come dare un pub a un alcolista. Vi ricordate il detto “Chiunque può scrivere un libro”? Bene, il web fa uscire quel libro. Tutti felici mentre pubblichiamo e pubblichiamo e pubblichiamo, finché…

“Ciao, sono Gerry. Ho un sito di 5000 pagine.”

“Ciao, Gerry.”

“Prima avevo un sito di 500 pagine, ma non avevo auto-controllo. Aggiungevo una pagina, poi un’altra, poi un’altra ancora… Che male può fare una pagina?”

Il redesign è il rehab dei siti web. Ogni due o tre anni o ad alcuni manager viene a noia il design attuale o un qualche altro manager incontra un cliente che gli dice quanto sia terribile non riuscire a trovare nulla sul sito web. Il team di design mette insieme un nuovo gruppo di immagini fake e contenuti fake per le pagine dei livelli superiori, evitando attentamente di avvicinarsi all’incredibile casino dei livelli inferiori. Dopo il lancio, tutti sono felici per un po’ (tranne i clienti, ovviamente) perché in molte organizzazioni ciò che è importante è essere visti mentre si fanno cose, si producono cose e si lanciano cose, piuttosto che fare qualcosa di utile.

Se dovete fare qualcosa, fate qualcosa di utile. Ciò, spesso, significa non fare, rimuovere, ridurre, pulire.

State attenti ai piccoli task. Abbiamo usato il metodo dei Top Tasks per identificare cosa importa e cosa no alle persone, che stiano comprando un’auto, scegliendo un’università, occupandosi della loro salute, comprare un qualche tipo di prodotto tecnologico o qualunque altra cosa. L’abbiamo fatto in ogni ambiente – e per più di 500 volte – e risulta sempre che ci sono non più di 100 cose che potrebbero potenzialmente essere importanti.

In ambito salute, queste potrebbero includere i sintomi, i trattamenti, la prevenzione, i costi, i tempi di attesa, etc. Quando si compra un’auto, potrebbero includere: prezzo, motore, garanzie, costi di manutenzione, etc. Abbiamo fatto l’indagine Top Tasks in circa 40 Paesi e 30 lingue, con oltre 400.000 persone votanti. In ogni singolo sondaggio emergono gli stessi schemi. Diciamo che ci sono 100 potenziali task. Alle persone viene chiesto di votare i task più importanti per loro. Quando riceviamo i risultati, scopriamo che cinque dei task ottengono il primo 25% dei voti. 50 task otterranno il 25% finale dei voti. I primi cinque task ottengono tanti voti quanto gli ultimi 50. Lo stesso pattern si ritrova in Norvegia, Nuova Zelanda, Israele, USA, Canada, UK, Brasile, ovunque.

Gli ultimi 50 sono quelli che io chiamo “tiny task”, piccoli task. Quando un piccolo task va a dormire la sera, sogna di diventare un top task. Questi tiny task, i veri generatori di spreco, sono davvero ambiziosi ed entusiasti. Faranno tutto quello che possono per attirare l’attenzione su sé stessi e uno dei modi migliori per farlo è produrre molto contenuto, design e codice.

Una volta che otteniamo i risultati dei Top Tasks, a volte analizziamo quanto lavoro dell’organizzazione va in ogni task. Invariabilmente, c’è una relazione inversa tra l’importanza del task per il cliente e il lavoro che fa l’organizzazione relativamente a questi task. Più è importante per il cliente, meno viene fatto; meno è importante per il cliente, più si fa.

State attenti a non mettere troppa energia, tempo e risorse sui tiny task. Ridurre i tiny task è il primo modo in cui si può ridurre il numero di pagine e feature. Salvate il pianeta, cancellate i tiny task.

La piaga delle immagini inutili#section2

Una volta stavo tenendo un discorso a una conferenza online sul governo internazionale e ho chiesto alle persone di inviarmi esempi in cui l’amministrazione digitale funzionava bene. Un suggerimento era per un sito Web in una lingua che non parlo. Quando l’ho visitato, ho visto una di quelle tipiche immagini grandi che si vedono su così tanti siti web. Ho pensato: cercherò di capire di cosa tratta questo sito Web in base alle sue immagini.

Nella grande immagine era ritratta una donna di mezza età, vestita bene, che camminava per strada parlando al telefono. Mi sono calato nei panni di Sherlock Holmes. Hmm… È forse qualcosa che ha che fare con le telecomunicazioni? Perché hanno scelto una donna invece di un uomo o un gruppo di donne e uomini? A giudicare dall’anello che porta si direbbe che è sposata. Cosa mi sta dicendo? E quanti anni ha? Perché non è più giovane o più anziana? E perché è da sola? Domande, domande, ma io non sono Sherlock Holmes. Non riuscivo a trarre nessuna informazione utile da questa immagine.

Ho scrollato la pagina. Ah, altre tre immagini! La prima è un’immagine in stile fumetto di una famiglia in vacanza. Hmm… La successiva è di due uomini e una donna in una stanza. Uno di loro ha la mano appoggiata su qualcosa, che però non riesco a capire cosa sia, perché gli altri due hanno piazzato le loro mani su quella mano. È una specie di giuramento o qualcosa di simile, magari una società segreta? Due di loro stanno sorridendo e il terzo sta cercando di sorridere. Cosa potrebbe significare? E poi l’immagine finale è quella di un uomo di mezza età che guarda nella macchina fotografica, né sorridente né serio, con uno sguardo in qualche modo gentile e premuroso. Cosa sta succedendo?

Devo ammettere che dopo aver esaminato tutte le prove visive non avevo assolutamente idea di quale fosse l’argomento di questo sito web governativo. Quindi l’ho tradotto. Riguardava le condizioni di lavoro e lo status legale dei dipendenti pubblici. Ora, perché non l’ho dedotto dalle immagini?

Il Web ci sta soffocando di immagini inutili che creano molto inquinamento. Le immagini stock, così stereotipate, non comunicano assolutamente nulla di valore, interesse o utilizzo. Sono una delle peggiori forme di inquinamento e spreco digitale, perché gonfiano le pagine, rendendone più lento il download, emettendo inquinamento del tutto inutile. Occupano spazio sulla pagina, facendo scomparire alla vista contenuti più utili, obbligando le persone a fare scrolling senza una buona ragione.

Interpublic è una grande agenzia pubblicitaria globale. Come per tutte le agenzie pubblicitarie, sottolineano quanto siano “creativi“, il che significa che amano le enormi immagini inquinanti, così insignificanti e allegre. Quando ho testato la loro homepage, ha emesso quasi 8 grammi di CO2 durante il download, facendo finire Interpublic nel peggior 10% dei siti web inquinatori, secondo il Website Carbon Calculator. (Per fare un confronto, la homepage di Google emette 0,23 grammi.) Una singola immagine sulla sua homepage pesava 3,2 MB. Questa immagine avrebbe potuto facilmente essere 10 volte più piccola, senza perdere nulla nel fascino visivo. Il sito web di Interpublic è come un sudicio camion arrugginito di 25 anni, che erutta fumi mentre rotola giù dal web.

Invece di ottimizzare le immagini in modo che vengano scaricate più rapidamente, spesso accade il contrario. Le immagini ad alta risoluzione sono un costo importante per l’ambiente. Se, ad esempio, passate da un’immagine con risoluzione 4K a un’immagine a 8K, la dimensione del file non raddoppia, triplica. Ad esempio, ho salvato un’immagine in 4K ed era 6,9 MB. A 8K erano 18 MB.

Il “progresso” e l’”innovazione” digitali spesso significano un crescente stress per l’ambiente. Tutto è di più. Tutto è più alto. È tutto più veloce. E tutto è esponenzialmente più impegnativo per l’ambiente. Il digitale è avido di energia e più cresce più diventa goloso. Abbiamo bisogno di innovazione digitale che riduca lo stress ambientale, che riduca l’impronta digitale. Abbiamo bisogno di designer digitali che pensino al peso di ogni decisione di progettazione che prendono.

Dobbiamo iniziare provando a usare l’opzione che danneggia meno l’ambiente, ossia il testo. Non date per scontato che le immagini siano automaticamente più potenti del testo. A volte, il testo svolge meglio il lavoro.

  • In un test con una compagnia assicurativa, è stato riscontrato che una promozione per un prodotto di pensionamento era considerata meno accurata quando veniva utilizzata l’immagine di un volto rispetto a quando veniva usato solo il testo.
  • Un’iniziativa del governo del Regno Unito per convincere le persone a iscriversi per diventare potenziali donatori di organi ha testato otto approcci. Gli approcci che utilizzavano le immagini erano meno efficaci. Il solo testo ha funzionato meglio.

“Pronto?”

“Salve. Parlo col Dipartimento delle Immagini Inutili?”

“Sì.”

“Abbiamo questa form di contatto a cui vorremmo aggiungere un’immagine inutile.”

“Cosa ne dite di una famiglia che saltella in un campo di fiori primaverili con delle farfalle sullo sfondo?”

“Perfetto.”

Ci sono indubbiamente molte situazioni in cui le immagini sono sinceramente utili, particolarmente quando si tratta di aiutare le persone a comprendere meglio come funziona o com’è un prodotto. Per esempio, Airbnb ha scoperto che la sua crescita ha cominciato ad accelerare solo dopo aver investito nell’ottenere immagini di qualità per le proprietà che offre in affitto.

Se dovete usare delle immagini, ottimizzatele e prendete in considerazione di usare immagini reali di persone reali che fanno cose reali.

Si dice che un’immagine valga mille parole, ma a volte sono mille parole di merda.

Sull’autore

Gerry McGovern

Gerry McGovern ha pubblicato cinque libri sulla necessità di mettere al cliente al centro del mondo online. Il suo ultimo libro, The Stranger’s Long Neck, vi aiuterà nell'identificare e misurare i top task. Una volta era un giornalista rock che intervistava gente come Lou Reed e Nick Cave. La sua newsletter settimanale è stata inserita recentemente nella shortlist per un Webby.

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